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retribuzione lavoro straordinario

Retribuzione lavoro straordinario: guida pratica al calcolo e alla tassazione

Succede in molte realtà lavorative che ai dipendenti venga richiesto di doversi fermare in azienda oltre il normale orario di lavoro. Questo accade quando devono essere conclusi progetti importanti o anche solo rispettate delle scadenze.

Consapevoli del fatto che questa dinamica deve essere solo un’eccezione e non un’abitudine consolidata, il gestione e la retribuzione del lavoro straordinario sono riconosciute e regolamentate in Italia dal diritto del lavoro.

Il tema è delicato e deve essere ben gestito attraverso degli accordi specifici tra datore di lavoro, risorse umane e dipendenti affinché non emergano malcontenti o si creino criticità.

In questo articolo passeremo in rassegna gli argomenti principali legati alla retribuzione del lavoro straordinario affinchè gli addetti alle risorse umane preposti alla raccolta e al calcolo delle suddette ore e la loro rendicontazione in busta paga possa avvenire in maniera corretta.

Cosa dice la legge a proposito della retribuzione del lavoro straordinario

Per capire come deve essere calcolata la retribuzione del lavoro straordinario è bene prima di tutto sapere come esse viene regolamentato a livello legislativo.

Cosa si intende per lavoro straordinario? A definirlo è il decreto legislativo 66/2003 che regola la disciplina del lavoro straordinario: “Il lavoro straordinario è il lavoro prestato oltre l’orario normale di lavoro così come definito all’articolo 3”.

Sempre il decreto legislativo fissa il normale orario di lavoro in 40 ore settimanali indicando inoltre che:

“i contratti collettivi di lavoro possono stabilire, ai fini contrattuali, una durata minore e riferire l’orario normale alla durata media delle prestazioni lavorative in un periodo non superiore all’anno”.

Quante ore di lavoro straordinario si possono fare?

Esistono delle limitazioni circa il numero di ore di straordinario che un dipendente deve svolgere.

L’articolo 4 del decreto legislativo 66/33 specifica che, secondo i contratti collettivi di categoria, il numero massimo consentito di ore di straordinario in una settimana sono 8, per arrivare quindi ad un limite totale di ore lavorate tra ordinarie e straordinarie di 48.

Le aziende non devono eccedere questo monte orario e qual ora si dovesse verificare, nel caso di una realtà con più di 10 dipendenti, sarà necessario riferirlo alla Direzione Provinciale del Lavoro.

Inoltre, nell’arco di un anno, non è possibile svolgere più di 250 ore di straordinari: la tutela del benessere pisco fisico del lavoratore infatti è al primo posto in assoluto e non può in alcun modo essere surclassata dalla necessità produttiva.

Sebbene la retribuzione del lavoro straordinario sia un supplemento che può far comodo ai lavoratori è necessario che le ore extra siano ridotte allo stretto necessario. In particolare l’art. 5 del decreto legislativo 66/33 stabilisce che gli straordinari devono essere comunque concordati tra azienda e collaboratori

Nel caso dei lavoratori part-time si parla di lavoro supplementare: quest’ultimo è riservato a fino al raggiungimento dell’orario a tempo pieno, oltrepassato il quale le ore si vengono calcolate appunto come straordinario.

Ore di straordinario e l’orario multiperiodale

In realtà esistono anche casi in cui, pur superando il limite legale, non sempre si può parlare di lavoro straordinario. Questo accade quando viene adottato un “orario multiperiodale“, cioè un tipo di orario flessibile in base al quale si deve lavorare “una media” di tot ore calcolate su più settimane.

Per esempio, l’orario può essere di 48 ore le prime 2 settimane, 32 le ultime; in tutto si lavora 160 ore in un mese, quindi una media di 40 ore a settimana. Le ore che superano l’orario normale stabilito dalla legge non vengono considerate “straordinario” perché compensate successivamente.
Se il lavoratore, però, lavora un paio di ore in più rispetto alla media, si tratta allora di lavoro straordinario (solo per quelle 2 ore).

Lavoro straordinario retribuzione: come si calcola

Sempre l’articolo 5 del decreto legislativo 66/2003 fornisce indicazioni chiare circa le modalità di calcolo della retribuzione lavoro straordinario. Queste informazioni sono effettivamente molto utili per le risorse umane o gli studi di consulenza del lavoro addetti alla redazione delle buste paga per effettuare un calcolo preciso che il lavoratore si ritroverà a fine mese.

Iniziamo prima di tutto nel precisare che la retribuzione del lavoro straordinario deve essere calcolata a parte ed è sottoposta ad una maggiorazione retributiva come previsto dai CCNL rispetto alle ore lavorative ordinarie, o che in aggiunta alle maggiorazioni, i lavoratori usufruiscano di riposi compensativi.

Nel CCNL di riferimento è indicata la percentuale di maggiorazione da applicare all’ora di lavoro straordinario (o supplementare) per le varie casistiche previste (lavoro straordinario diurno, notturno, festivo, a turni, ecc.), insieme alla base di calcolo da prendere come riferimento.

Nelle tabelle ministeriali sono invece indicati i costi orari per settore di attività e per categoria di lavoratore. Sono inoltre calcolate le ore annuali teoriche e le ore mediamente lavorate. Il divisore orario, infine, può essere specificato all’interno del CCNL di riferimento.

Grazie a questi riferimenti sarà così facile calcolare senza problemi la retribuzione lavoro straordinario.

La tassazione degli straordinari in busta paga

È vero che la tassazione degli straordinari è diversa e superiore rispetto alle ore lavorative ordinarie? No, anche se spesso in molti cadono in questo tranello.

Quello che può trarre in inganno, e che in molti non sanno, è che la retribuzione lavoro straordinario incide sul reddito totale del lavoratore. Può accadere quindi che il monte ore straordinarie diano origine ad un reddito supplementare che, sommato a quello ordinario, possa provocare lo sconfinamento nello scaglione IRPEF successivo, implicando così una maggiore tassazione a seguito della dichiarazione dei redditi.

Quindi per capire la tassazione degli straordinari in busta paga è necessario fare una proiezione su base annua di quale sarà il reddito totale percepito dal dipendente per capire in quale scaglione di reddito rientrerebbe ai fini Irpef: da qui sarà possibile capire quale aliquota applicare alla retribuzione lavoro straordinario.

Straordinari, come riportarli in busta paga senza sbagliare

L’ufficio risorse umane e in particolar modo l’ufficio paghe, insieme ai consulenti del lavoro hanno sicuramente ben chiaro quanto sopra descritto, tuttavia appare ovvio che sarebbe impossibile per essi applicare manualmente tutte queste variabili legate alla retribuzione del lavoro straordinario nella busta paga di ciascun lavoratore.

Il calcolo delle ore di straordinario lavorate e la loro rendicontazione economica devono necessariamente passare da un sistema automatico che permetta di ridurre il più possibile il margine di errore. Ecco perché Softer ha sviluppato un software che permette di automatizzare questo processo. Grazie a pochi e semplici passaggi e al collegamento con i programmi di gestione turni, assenze e presenze, sarà facilissimo a fine mese calcolare la busta paga in maniera esatta tenendo conto anche delle ore straordinarie lavorate.

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