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Lavorare da casa, cosa accade dal 1° aprile

Da misura straordinaria attivata due anni fa per far fronte alla pandemia a modalità di lavoro adottata ormai a pieno titolo dalle aziende: il lavoro da remoto, lavoro agile o ormai noto come smart working, ossia la possibilità di lavorare da casa, ha conquistato tutti facendo emergere lati positivi e lati negativi.

Il Governo ha lavorato quindi alla proposta di un aggiornamento dello smart working che sia sostenibile e produttivo per aziende e lavoratori ma soprattutto applicabile sempre, non solo in una situazione emergenziale.

Lavoro da casa, proroga e regime semplificato

Lavorare da casa sarà possibile per altri tre mesi. Il Governo ha prolungato infatti fino al 30 giugno il lavoro da casa secondo quello che viene chiamato regime semplificato. Sostanzialmente, sarà possibile concedere ai dipendenti dell’azienda di lavorare in smartworking  senza bisogno dell’accordo individuale con il lavoratore, come era prescritto precedentemente dalla legge 81 del 2017. Si tratta di fatto una proroga molto importante per le aziende che non hanno accordi sullo smart working. Ma per coloro che di fatto hanno già siglato questo accordo, come ci si deve comportare?

Arianna Visentini, amministratrice delegata di Variazioni, società specializzata sullo smart working, ha dichiarato al Corriere della Sera che “Dove gli accordi sono già firmati l’invio al ministero del Lavoro può essere rimandato a fine giugno ma l’intesa tra impresa e lavoratore è in tutto e per tutto valida e va applicata, a meno che non si concordi sullo spostare in avanti di tre mesi la sua entrata in vigore”.

Come gestire l’accordo individuale del lavoro da casa

Facciamo un esempio pratico che per capire meglio come applicare questa eccezione per lavorare da casa. Prendiamo una azienda che abbia concordato lo smart working strutturale con presenza in azienda per tre giorni su cinque a partire dal 1° aprile. A questo punto le strade sono. Potrebbe mantenere questa prospettiva oppure cambiare la data di entrata in vigore degli accordi dal 1° aprile al 1° luglio.

Ma secondo i vari esperti non si tratta della scelta migliore proprio perché si tratta di una soluzione che operativamente parlando, soprattutto per le aziende con numerosi dipendenti, implicherebbe un lavoro in più. Bisognerebbe infatti procedere alla comunicazione a tutti i collaboratori dello spostamento della data in questione. Un onere che non  Il consiglio quindi è di lasciare le cose come stanno, soprattutto se si ha una policy sul lavoro da casa più che consolidata.

Lo smart working nella pubblica amministrazione

Nella Pubblica amministrazione gli accordi individuali e tramite sindacati per poter lavorare a casa sono già obbligatori, tanto che sono state stilate delle apposite linee guida. Fino al 30 giugno 2022 quindi la differenza fondamentale tra pubblico e privato sta nell’obbligatorietà, per il settore pubblico, dell’accordo individuale, come previsto dalla legge 81/2017, mentre nel settore privato è ancora ammessa la forma semplificata di smart working.

Lavorare in casa: una scelta di comodo per aziende e lavoratori

Come accennato all’inizio di questo articolo dedicato a quello che possiamo definire il vero trend nel mondo delle risorse umane degli ultimi 10 anni, lavorare da casa è una scelta apprezzata da aziende e lavoratori. Ecco perché non deve essere considerato come uno strumento per tamponare e gestire temporaneamente una situazione di emergenza sanitaria.

Come emerso più volte in questi mesi, lavorare da casa, se ben gestito, può essere una vera risorsa per entrambe le parti coinvolte. Se per le aziende significa risparmiare su alcuni costi fissi di mantenimento e gestione degli uffici e avere collaboratori più soddisfatti poiché meno stressati dalla vita di ufficio, dall’altra i lavoratori potranno beneficiare di un equilibrio casa-lavoro più sano e gestibile investiti di fiducia da parte dell’azienda.

Come gestire il lavoro da casa dei dipendenti

Per le aziende che hanno adottato lo smart working in maniera stabile in azienda è ovvio che sono stati implementati non solo nuove procedure di gestione delle risorse umane ma anche nuovi strumenti per poter gestire il lavoro da remoto: dalla rilevazione delle presenze all’invio di richieste di approvazione ai responsabili come per esempio ferie e permessi.

Softer già da tempo aveva sviluppato soluzioni software che permettessero di gestire la comunicazione tra dipendenti e responsabili anche a distanza, software che con sono divenuti via via sempre più sofisticati e precisi. Come per esempio NetTime Smart, la comodissima app che permette di inviare richieste e consultare il proprio monte ore di rol e giorni di ferie direttamente da mobile. Utilissima anche NetTime Cloud, un servizio esterno di elaborazione e produzione dati inerenti alle presenze/assenze del personale grazie alla presenza di terminali virtuali installati su postazione PC dei collaboratori.

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