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turni di notte

Turni di notte: come sono regolati e come gestirli in azienda

L’Italia e la sua economia non sarebbero le stesse se non fosse per tutte quelle persone che hanno deciso di accettare posti di lavoro che prevedono turni di notte.

Il tessuto aziendale italiano è composto infatti da un elevato numero di imprese il cui reparto produttivo non si ferma mai grazie all’incessante lavoro degli operai organizzato in turni di notte. Ma attenzione, la decisione organizzare il lavoro in turni di notte non è una questione meramente produttiva.

Non dimentichiamoci dei settori come la sanità o i trasporti, i quali devono garantire i servizi essenziali ad essi connessi 24 ore su 24. Per non parlare della logistica: gli autotrasportatori recapitano merci con i propri automezzi da un punto all’altro dell’Italia spesso affrontando trasferte notturne. Come non citare poi i settori dell’editoria (i quotidiani vengono scritti, stampati e consegnati alle edicole proprio di notte), della grande distribuzione e del commercio a dettaglio delle grandi catene, ambiti in cui le merci vengono caricate a scaffale nelle ore di chiusura dei punti vendita.

In ultimo i settori del turismo come i portieri notturni negli hotel, i piloti d’aereo, e quello della sicurezza, rappresentato dalle forze armate e dalle guardie giurate.

Le norme che regolano i turni di notte

Insomma l’economia italiana è sostenuta anche e soprattutto da quell’esercito di lavoratori il cui orario di lavoro comprende anche turni di notte. Potremmo identificarli con l’appellativo di “gente della notte”, come cantava Jovanotti in una sua celebre canzone.

Anche i numeri lo confermano. Secondo le stime EUROSTAT, nel 2012 il 21,9% degli uomini e l’11,7% delle donne, di età compresa tra 25 e 49 anni, avevano un orario di lavoro comprendente il lavoro notturno; in Italia erano il 17.3% per gli uomini e il 7.6% per le donne.

I turni di notte hanno una regolamentazione specifica nel diritto del lavoro. La motivazione è molto semplice.

È facile intuire infatti che lavorare quando tutti si riposano, proprio nel momento della giornata in cui il nostro corpo è biologicamente predisposto al riposo, non è sempre agevole e gestibile dato che il ciclo “sonno – veglia” è forzatamente invertito. I turni di notte richiedono quindi un’organizzazione e una gestione precisa e puntuale nell’ambito delle risorse umane poichè godono di una regolamentazione legislativa completamente dedicata.

Proviamo a vedere qui di seguito insieme quali sono i principali argomenti che ruotano attorno all’organizzazione dei turni di notte dei lavoratori.

Turno di notte: definizione e caratteristiche principali

Prima di tutto vediamo quale definizione dà la normativa italiana del lavoro a turni e, di conseguenza, dei turni di notte.

Per il Decreto Legislativo n° 66 del 8.4.2003 (“Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell’organizzazione dell’orario di lavoro”) per “lavoro a turni” si intende, in generale, ogni forma di organizzazione dell’orario di lavoro, diversa dal normale “lavoro giornaliero”, in cui l’orario operativo dell’azienda viene esteso oltre le consuete 8-9 ore diurne, fino a coprire l’intero arco delle 24 ore, mediante l’avvicendamento di diversi gruppi di lavoratori.

Il “periodo notturno” è invece quel periodo di almeno sette ore consecutive comprendente l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino

La durata dei turni lavorativi, compresi i turni di notte, dovrebbe essere compresa, in generale, tra le 6 e le 8 ore. Infatti tale modello di turnazione consente una minore alterazione del ritmo sonno/veglia, e una più omogenea distribuzione del tempo libero per un migliore sviluppo dei contatti sociali.

Come organizzare i turni

I turni di lavoro e i turni di notte possono essere organizzati in maniera differente nell’arco della settimana.

L’azienda o l’ente possono scegliere se optare per:

  • due turni o tre turni di lavoro nell’arco della giornata (mattino – pomeriggio oppure mattino-pomeriggio-notte) di 7-9 ore
  • quattro turni di 6 ore (mattino, pomeriggio, sera, notte, nel cosiddetto “6×6”)
  • l’interruzione o meno nel fine settimana (turno continuo o discontinuo).

Anche la frequenza della rotazione dei turni può cambiare. Può essere infatti:

  • rapida (ogni 1-3 giorni)
  • intermedia (ogni 4-7 giorni)
  • lenta (quindicinale o oltre)

L’ora di inizio e fine dei vari turni in genere viene prevista per le 06, le 14 e le 22

Una questione molto importante riguarda i giorni di riposo previsti in caso di turni di notte. La normativa generale sul lavoro non fissa un numero massimo di turni sul lavoro notturno. Stabilisce invece un altro principio ovvero quello del riposo minimo che deve essere concesso al dipendente di almeno 11 ore consecutive tra un turno di lavoro e l’altro.

Gli effetti sulla salute dei lavoratori dei turni di notte

Un argomento da sempre dibattutto riguarda gli effetti che i turni di notte possono avere sulla salute dei lavoratori. Ecco perché il lavoro a turni prevede una sorveglianza sanitaria e una regolamentazione in termini di sicurezza sul lavoro molto specifiche.

L’uomo è un animale sociale diurno. Il suo ritmo biologico prevede una fase di attività di giorno e una fase di riposo la notte. Forzare e stravolgere questa alternanza del sonno-veglia può provocare alcuni effetti collaterali. Non è sufficiente dormire di giorno per poter rimanere svegli la notte: l’alternanza della fase di veglia e sonno deve essere rispettata. Ecco perché la normativa impone una gestione molto rigida ed ecco perché i capi reparto e i referenti delle risorse umane preposti alla gestione dei turni devono seguirla.

Tra gli effetti a lunga termine più evidenti:

  • Effetto jet lag
  • Disturbi digestivi
  • Stanchezza
  • Errori e infortuni

È bene precisare però che non è detto che queste conseguenze si ripercuotano necessariamente sulla salute dei lavoratori che sostengono i turni di notte poiché gli effetti possono dipendere anche da altri fattori estremamente personali e congeniti.

 I consigli per aiutare i lavoratori a gestire i turni di notte

Sono stati identificati negli anni diversi interventi volti a compensare gli svantaggi determinati dal lavoro a turni di notte. Questi accorgimenti sono stati individuati spesso in modo molto empirico in relazione alle diverse condizioni di lavoro e alle specifiche problematiche a livello di azienda o di settore.

La contrattazione collettiva nazionale regolamenta il lavoro a turni di notte in maniera differente a seconda del settore appunto e sul tema degli interventi compensativi essa si esprime essenzialmente in termini di una maggiorazione retributiva.

Altre compensazioni possono essere rappresentate da interventi volti a:

  • migliorare l’igiene ambientale in modo da ridurre lo stress lavorativo (rumore, microclima, vibrazioni, esposizione a sostanze tossiche)
  • ridurre i carichi di lavoro e i lavori che richiedono procedure particolari che comportano un aumento dei rischi.

L’azienda a volte decide di predisporre di una serie di “benefits” come l’accesso gratuito a consulenze mediche specialistiche (per esempio al nutrizionista), oppure di usufruire di assicurazioni suppletive, facilitare la possibilità di corsi di aggiornamento per interessi individuali particolari oltre che dare priorità nelle scelta delle ferie.

Come organizzare i turni di lavoro notturno

Al netto di tutte le considerazioni fatte fino a questo punto, appare ovvio quanto l’ufficio risorse umane e i capi reparto debbano prestare attenzione nella pianificazione dei turni di lavoro e i relativi turni di notte. Tenere conto dei giorni di riposo e garantire una corretta alternanza non solo delle squadre di lavoratori ma anche della rotazione dei turni mattino – pomeriggio – sera – notte.

Per fare i turni senza commettere errori, cosa che potrebbe creare disagi all’azienda, ai lavoratori oltre che alterare le relazioni sindacali, è bene non affidarsi a fogli di calcolo excel e tabelle compilate a mano. Certo fare i turni in excel, sfruttando tutte le qualità matematiche che il software mette a disposizione, può essere utile nelle realtà più piccole e semplici. Ma quando si tratta di pianificare i turni di lavoro per le aziende più grandi e complesse è bene affidarsi a un programma che, interfacciandosi con l’anagrafica dei dipendenti, permette di organizzare i turni di lavoro e i turni di notte in maniera completamente automatica, tenendo conto di tutti vincoli normativi.

NetTime Turni è la soluzione sviluppata da Softer ideale per questo tipo di operazioni. Sul mercato da anni NetTime Turni supporta l’ufficio risorse umane nel delicato compito dell’organizzazione dei turni di notte garantendo facilità di utilizzo e precisione.

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