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regole smartworking nella pubblica amministrazione

Regole smart working: cosa sta cambiando nella PA e nel privato

Se ne parla da settimane e sembra che con l’arrivo della fatidica data x, ossia il 15 ottobre, giorno in cui scatterà l’obbligo di possesso del Green Pass per accedere al luogo di lavoro, anche le regole per lo smart working verranno definite in maniera ufficiale.

Le regole dello smart working allo studio

Sul tema smart working e pubblica amministrazione si è già esposto il Ministro della PA Renato Brunetta che ha dichiarato: “Tra un mese arriverà un vero contratto sul lavoro da remoto” per i lavoratori statali. Ma anche il Ministro del Lavoro Andrea Orlando si è sbilanciato affermando che è allo studio una soluzione per le regole dello smart working dei dipendenti privati.

Aspetti positivi e negativi dello smart working

È indubbio che lo smart working in questi mesi abbia completamente rivoluzionato il modo di lavorare e di gestire le risorse umane, sia in ambito pubblico che privato.

Gli aspetti positivi emersi hanno permesso di scardinare i numerosi pregiudizi che ne impedivano l’utilizzo in passato da parte della pubblica amministrazione e delle aziende private.

Ma non sono da trascurare anche quelli aspetti negativi dello smart working, come l’assenza di pause e la disconnessione oltre che quella sensazione di ”alienazione” dovuta alla totale assenza di contatti sociali diretti.

Al netto di queste riflessioni le aziende e i lavoratori hanno fatto emergere queste perplessità sui tavoli di lavoro ufficiali, tanto da portare i Ministri coinvolti a iniziare a lavorare una regolamentazione dello smart working valida per tutti, lavoratori pubblici e privati.

Pertanto, a breve saranno reso note le nuove regole sullo smart working in Italia, che sicuramente non verrà cancellato con il graduale ritorno alla normalità, ma troverà un nuovo modo di inserirsi nella quotidianità di tutti i lavoratori.

Regolamentazione smart working nella pubblica amministrazione

Fino ad ora la regole dello smart working sono stata gestite attraverso un accordo privato tra datore di lavoro e lavoratore, da qui la definizione di smart working semplificato, e sarà in vigore fino alla fine dello stato emergenziale e cioè il 31 dicembre 2021.

Allo stato attuale l’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e i sindacati stanno lavorando alla bozza dell’accordo del rinnovo del contratto del pubblico impiego e che tratterà ovviamente delle regole per lo smart working nelle Funzioni centrali (cioè ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici), molte delle quali sono già note a livello pubblico.

Limiti del lavoro in presenza nella pubblica amministrazione

Da aprile, attraverso il Decreto Proroghe, è stato eliminato il limite massimo del 50% della forza lavoro in smart working, pertanto ogni amministrazione è libera di decidere il numero massimo di lavoratori che deve lavorare in presenza, garantendo però sempre regolarità, continuità ed efficienza dei servizi erogati.

Da gennaio invece il limite massimo dei lavoratori da remoto sarà pari al 15%.

Le regole dello smart working prevedranno che ogni accordo venga definito a livello individuale, concordando durata, giorni e luogo in cui verrà svolto, a patto che avvenga all’interno dei confini nazionali. Non sarà possibile quindi fare smart working all’estero.

Smartworking e il diritto alla disconnessione

Una grande novità che verrà introdotta con le regole dello smart working nella PA riguarda il diritto alla disconnessione che si riassume nei tre principi di operatività, contattabilità e inoperabilità.

Uno dei più grandi problemi emersi in questo anno e mezzo di smart working è infatti proprio quello della reperibilità costante, che si riassume in questo esempio: visto che si lavora da casa e si hanno a portata di mano gli strumenti per lavorare in ogni momento (telefono e pc aziendale), spesso si dà per scontato che il collega o il collaboratore possa rispondere alla mail o alle telefonate ad orari non convenzionali. Che sia quindi operativo sempre.

Il perpetuarsi di questo atteggiamento però non fa altro che generare ansia, stress ma soprattutto può causare burn out nei lavoratori, i quali non hanno più la possibilità di separare i momenti della vita privata da quelli lavorativi, trasformatasi in un unico continuativo senza distinzioni.

Questo tema venuto alla luce da più fronti verrà definitivamente regolamentato negli accordi contrattuali.

Un altro punto cruciale sarà l’accesso facilitato allo smart working per chi si trova situazioni straordinarie, come i genitori con figli minori di 3 anni o disabili, o lavoratori con disabilità. In questi casi le regole smart working si ritrovano ad essere assolutamente necessarie per poter garantire tutela e diritti per tutti.

Piao e Pola: cosa sono?

Il Piano integrato attività e organizzazione (Piao) è un programma elaborato dall’amministrazione con più di 50 dipendenti e che deve essere inviato entro il 31 gennaio di ogni anno. Tale piano contiene gli obiettivi programmatici e strategici della performance e la strategia di gestione del capitale umano. Ad esso, da quest’anno, si associa anche il Pola, cioè il piano organizzativo di lavoro agile: sarà necessario quindi inviare l’organizzazione della forza lavoro in presenza o in remoto, tenendo sempre conto della soglia minima del 15%.

Una pianificazione necessaria per garantire il servizio, assicurare la tutela sanitaria alle persone coinvolte (lavoratori e utenti) oltre che dare il via ad un nuovo modo di lavorare.

Regole smart working, cosa accadrà nelle aziende private

Il Ministro del lavoro Orlando ha dichiarato che presto arriverà una regolamentazione smart working anche per i lavoratori del settore privato. Molte delle considerazioni fatte per la Pubblica amministrazione infatti valgono anche per il settore aziendale: sarà pertanto un passaggio naturale.

In attesa di capire come a livello contrattuale ed, eventualmente legislativo, verranno stilate le regole per lo smart working nel settore pubblico e privato, è indubbio lo sforzo organizzativo che verrà richiesto ad entrambe i settori per gestire le presenze dei collaboratori e assicurare una corretta alternanza tra lavoro in presenza e da remoto.

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